❝30.9.1918
Bianca carissima,
due righe tanto per rassicurarti giacché comprendo che la mancanza di mie notizie in questi giorni vi abbia reso un po’ ansiosi.
Effettivamente nei giorni scorsi sono stato malissimo e credi che mi si sono sentito più di là che di qua. Figurati che la sera del 24 mi è venuto improvvisamente un febbrone che è salito subito sopra i 40 gradi e si è mantenuto così fino a ieri mattina.
All’improvviso come è venuto è andato via ed ora se non fosse la grande debolezza non mi sentirei altro❞
❝3-12-18
Babbo carissimo
come vedi dall’indirizzo mi trovo all’ospedale per un po’ di tosse che speriamo con un po’ di aria sparisca presto.
Non impressionarti mi raccomando perché non ne è il caso. Fatevi coraggio come me lo faccio io e speriamo che Iddio continui ad assistermi come nel passato.
Baci a tutti e a te un abbraccio dal tuo affezionato Renato❞
❝All’Ufficio Notizie di Castiglione del Lago
Il telegramma chiedente notizie del Sottotenente Renato Rossi a me diretto giunse qui [….] ieri sera.
Stanotte ho già a quello risposto ed ora scrivo per lettura.
Il Sottotenente Rossi fu ricoverato in questo Ospedale da campo nel pomeriggio del giorno 30 novembre per influenza (febbre spagnola) con broncopolmonite.
La 3 dicembre si aggravò. Ricevette con gran pietà tutti i conforti religiosi. Il buon Rossi “era conscio della sua prossima fine. La giorno 3 incominciò a chiamare la mamma e diceva “mamma, mamma presto vengo a trovarti”. Queste testuali parole egli ripeteva di frequente nei giorni tre e quattro. Non fece, si può dire, agonia, come suole avvenire in questa malattia e fu soffocato dal sangue che gli finiva sulla bocca. Fu da me assistito fino all’ultimo respiro e morì raccomandandosi al Signore e a Maria Vergine. Spirò nelle ore 18 del 4 Dicembre 1918.
Fu da me sepolto nel cimitero militare di questo paese: “Postumia”(Adelsberg per lingua tedesca, – Postojna per lingua slovena).
Invio le mie più sentite condoglianze allo sventurato padre.
Mi si perdoni la fretta: il mio ministero non mi da tregua né giorno né notte.
[…]
Rev.mo
D. Giovanni Dal Santo
Cappellano Militare
Ospedale da campo 0155❞
l’uscita su Facebook (leggi e commenta)
(dall’epistolario di Renato Rossi, conservato presso l’Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano)
scheda completa
Ventenne, Rossi parte per la prima guerra mondiale e, da Venezia, dove svolge lavori di ufficio, scrive al padre in Umbria. Oltre alle notizie sulla guerra, chiede soldi e vuole tenersi aggiornato sulle questioni famigliari. Dall’ottobre 1918 è impegnato in azioni di guerra per pochi mesi. Si ammala di spagnola e il cappellano racconta alla famiglia la sua morte, avvenuta nell’ospedale militare di Postumia.