❝Leon (Collegio di S. Marcos) 18 Xbre 1865
Carissimo Fratello,
[…] in Ispagna il Colera Asiatico ha mietuto non poche vittime, poche provincie ne sono state esenti, qui però in Leon siamo stati finora liberi da questo flagello, e forse lo saremo per l’avvenire, sendo questo morbo quasi del tutto scomparso da questo regno. In Napoli, ed in altre provincie di cotesto regno, se è vero ciò che dicono i giornali, molti sono morti colpiti dalla medesima infermità, voglio sperare che il Signore abbia a Melfi risparmiato questo castigo; vi prego per tanto a darmi subito riscontro, perché io possa tranquillarmi del tutto: Fuori di questo, e di qualche altra notizia domestica, non desidero altro sapere da voi; ogni altra nuova non potrà non arrecarmi dispiacere: siate cauto e circospetto nelle parole… siate cauto e circospetto nell’oprare… non giova lagnarsi quando al male non vi è rimedio❞.
❝Spagna (Santa Cueva) 4 luglio 1867
Stimatissimo Fratello. Se sempre ho desiderato le vostre lettere, ora ne sono desiderosissimo, perché la notizia di trovarvi voi altri sotto il flagello del colera mi tiene in continuo pensiere, a ciò si unisce il vedermi privo de’ vostri caratteri da ben due mesi, e non so indovinarne la causa; la unica cosa, che potrebbe quietarmi, sarebbe il vostro barbaro costume di non iscrivermi se non rarissime volte, però né anche in ciò trovo un giusto motivo di quietarmi, perché nell’ultima vostra in riscontro alla mia per gli auguri di Pasqua mi assicuravate che al più presto avrei ricevuto il modello della procura per constituirvi amministratore e padrone della porzione de’ beni di fortuna di mia pertinenza che io cedeva in favor vostro e della sorella Agnesina: vi prego perciò caldamente a darmi subito riscontro, e con esso buone nuove di vostra salute e della salute della Madrigna, della cognata, della sorella, e degli altri di famiglia per potermene consolare. Io presentemente stò bene, un mese fa fui visitato di nuovo dalla terzana, però finora, grazie a Dio, non si è riprodotta, forse fu l’ultima visita di licenziata. […]
Non voglio più molestarvi, mille cose a nome mio alla Madrigna, a Donna Lauretta, alla sorella, ed agli altri di famiglia: scrivetemi presto, e colla lettera la risposta a tutte le mie domande. Addio.
Vostro Fratello Gaetano Carlucci❞
l’uscita su Facebook (leggi e commenta)
(dall’epistolario di Gaetano Carlucci, conservato presso l’Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano)
scheda completa
il libro edito da Forum / Autografie
Sullo sfondo del passaggio dal regime borbonico a quello piemontese, le lettere che un padre gesuita invia al fratello farmacista: notizie sulla salute propria e dei famigliari si alternano a quelle sul patrimonio e sulla gestione. Dopo aver rinunciato ai propri beni ed essere inviato dai superiori in Argentina, fonda a Cordova la comunità dei Giuseppini, si occupa degli orfani e dei bisognosi, pur mantenendo sempre il contatto con la famiglia di Melfi.